La casa (s.f.)

il porto > Ho sempre sognato che la mia casa fosse un porto di mare: una casa accogliente, sempre aperta per tutti gli amici che passavano di qua. Frigo pieno, musica, tè caldo per serate invernali, giochi, cuscini e chiacchiere…

il nido > La mia casa è il mio nido, il mio rifugio… con il tempo l’ho trasformata nella mia piccola e confortevole fortezza, dove poter finalmente essere me stessa. Forse da qui è nata la selezione delle persone che ho iniziato a farci entrare: solo chi poteva vedermi senza maschera poteva accedere.

le cene > Quanto mi divertivo a fare cene con gli amici, fra coppie. Non ho mai amato cucinare, ma mi sono scoperta “capace” di tirar fuori qualcosa, di vegetariano e di commestibile dalle mie buste del supermercato. Le candele sul tavolo, il vino buono, i piatti da lavare dopo in compagnia.
Quand’è stata l’ultima volta? troppo tempo fa…

i ricordi > Ricordo di una quasi famiglia. Ritmi caldi e rassicuranti. Lo spazio condiviso, i rumori, gli odori, le fughe e le riconciliazioni.
Il lettone che si faceva più piccolo, le coperte tirate, i piedi freddi e le mani calde…

la prigione > Troppo spesso il tutto si è trasformato in una prigione volontaria. Una prigione senza sbarre, dove l’unica cosa che mi impediva di uscire era la mia vulnerabilità . Fredda e senza luce… camminare scalza dentro stanze tanto amate ma prive di calore… inciampare nella coinquilina felina e chiederti se anche lei sta male rinchiusa in quelle pareti, se si annoia, e a cosa pensa mentre osserva l’infinito fuori dalla finestra… quasi come me…

le feste > Quante ne ho fatte, e quante ne farò. Un modo per esorcizzare la solitudine e per condividere ancora quel poco che so fare di buono [il gelato]. Quanta gente, musica e risate fra le insenature di questo sottotetto: “tutti fuori a fumare!!!” – “ma dov’è la gatta?” – “oddio che panorama!”…
Una volta all’anno la casa si riempie nuovamente di vita… e mi ricarica per i restanti 364 giorni…

la stanchezza > Forse è solo stanchezza… il peso dei ricordi… il peso del futuro… non lo so. Amo e odio questa casa… prigione dorata costruita su misura…
A volte, troppo spesso vorrei fuggire da lei… ma ci sto troppo bene…
E’ la mia tata, la mia carceriera, la mia guardia del corpo, la mia aguzzina…
Forse è solo una proiezione di me…

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