essere un genitore oggi
foto © valentina cinelli
Non sono una madre. Sono una over 35, con tante storie alle spalle, desideri e delusioni e senza figli. Probabilmente, anzi certamente, non ho avuto ancora il coraggio di essere una madre…
Sì, coraggio (avete letto bene) perché, a mio parere, essere un genitore oggi è una scelta coraggiosa, e probabilmente io non mi sento ancora pronta (o sono una codarda…).
Seguo ogni anno le gravidanze, i primi vagiti ed i primi passi di vari nipoti, reali o acquisiti (figli di amiche, le figlie di mio fratello, ecc.) e sono arrivata a questa conclusione. E ogni giorno, guardandomi intorno, anche oltre la cerchia di persone a me vicine, ne ho sempre più la conferma.
Qual’è la responsabilità di un genitore, nell’Italia del 2008:
- è, oltre quella di amare i propri figli, quella di difenderli dal mondo: ma non chiudendoli in casa, ma facendogli fare le proprie esperienze e spiegandogli cosa sia il bene e cosa il male…
certo, sembra semplice, ma sono cosciente che in alcuni casi è difficile, sia per le l’indole e le particolarità dei singoli bambini, sia per l’insensibilità di individui lasciati liberi in giro a far danni (mi risparmio aggettivi e descrizioni più pesanti); - un’altra responsabilità , non inferiore alla prima come importanza, è quella di creare individui sensibili, educare al rispetto, non trasformare i propri figli in esseri umani superficiali e stupidi…
Non sono una madre, e non riesco a commentare in maniera più appropriata quello che è successo a una donna sensibile e coraggiosa e a suo figlio ad Assago.
So solo che è impossibile per me non indignarmi e a non provare empatia: sento il dolore e la rabbia di quella madre che ha visto umiliare il proprio figlio, l’angoscia di quella creatura che si è vista rifiutata e derisa dal mondo, e, se fossi la madre dei dipendenti e collaboratori della Carrefour di Assago, proverei vergogna per i miei figli e per come li ho educati male.
Mi fermo qui. Non voglio continuare nella banalità o nella sterile polemica. Volevo solo unirmi al coro e divulgare ulteriormente lo sfogo di una madre. Perché tutto questo non accada mai più.
Cris
15.09.2008 at 16:54Non manca una negazione nella seconda frase?
Il fatto cui ti riferisci è davvero di una tristezza terribile, come l’indifferenza delle tante persone che sicuramente erano li.
Andrea Campi
16.09.2008 at 00:50Sperare che non accada mai più temo sia senza speranza. Ma sono d’accordo con te che ognuno debba fare quel che può perché cose del genere non passino in silenzio e non diventino la normalità .
Razmataz
22.09.2008 at 10:40In questo periodo storico ed in questa particolare parte del mondo, credo che la sfida per dei genitori sia non allevare dei “consumatori”.