Attese

Mi sento come 5 anni fa.
Nell’attesa che qualcuno parta, per aggiungere chilometri di distanza a una incomprensibile distanza emotiva.
Nell’attesa che la città  si svuoti, e mi si regali in tutta la sua bellezza e nella sua assolata solitudine.
Nell’attesa di risanarmi le ferite.
Nell’attesa di capire.

Chi mi conosce bene sa che io odio le attese, odio aspettare. Sono una divoratrice del tempo, voglio tutto e subito, anche nel capire, nel comunicare. Come un tuffo in piscina: all’inizio paura, poi brivido, e alla fine soddisfazione della decisione presa velocemente, perché puoi godere dell’acqua fresca per più tempo.

Purtroppo non è mai così.
Il mio karma mi si rivolta contro, e riproponendomi le stesse dolorose emozioni di 5 anni fa mi fa capire che l’esame non è stato superato.
La storia si ripete, e l’ottimismo serve a ben poco in questi casi.

L’ultima volta ho ricominciato a fotografare.
Spero che questa nuova estate sabbatica mi regali, in cambio, qualche nuova passione creativa.

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