La realtà (con la sindrome) bipolare
Questo periodo di riflessione si sta rivelando fruttuoso: non per gli obiettivi raggiunti, ma per la lucidità con cui riesco a percepire tante sfumature, prima confuse o nascoste.
Ogni giorno mi ritrovo a mettere in discussione la mia esperienza lavorativa, il mio ruolo, la mia professione; guardando chi mi sta intorno, chi lavora nel mio stesso settore, e chi vedo dirigersi pedissequamente verso la propria meta, che ha più la forma di un precipizio che non di un premio produzione.
Parallelamente mi sto scontrando quotidianamente con la Pubblica Amministrazione, la politica (quella con la “p” minuscola), e con tante realtà e persone (anch’esse con la “p” minuscola).
La lucidità di cui parlavo prima mi sta permettendo di vedere le due facce della stessa medaglia: un bipolarismo presente in ogni situazione, ruolo e attività .
Prendiamo ad esempio la Politica (con la “p” per ora maiuscola).
Attraverso l’esperienza live di questi ultimi mesi ho scoperto che ci sono due tipi di Politica:
- la Politica volta al “bene comune” (lo so che è abusata questa definizione, ma è l’unica che sintetizzi il concetto);
- la Politica rivolta al “bene personale” (potere, privilegi, prestigio, “culo-in-caldo”).
Anche nella Comunicazione (permettetemi anche qui l’iniziale maiuscola) noto due aspetti distinti, e questo grazie ad anni di esperienza:
- la Comunicazione strategica, il marketing, le “grandi teste pensanti”;
- la Comunicazione che si fa sul campo (i grafici, fotografi, art e copy, community manager, content curator, ecc.).
Cosa distingue le due facce di queste due medaglie?
Una cosa molto semplice, ma in via di veloce estinzione: il buon senso.
E come lo si acquisisce questo strano valore?
Stando sul campo, sporcandosi le mani, non teorizzando, ma agendo.
Sto dicendo una cavolata o un’ovvietà ?
Ai posteri l’ardua sentenza (cit.). E ai troll o a chi ha ancora voglia di teorizzare i commenti qui sotto.
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