Per Natale regalami un cuore
Anche quest’anno è arrivato Natale.
A differenza degli anni scorsi, non sono infastidita dalle luminarie, dallo shopping compulsivo, dagli spot fintamente buonisti. Semplicemente non me ne importa niente. Mi scivola tutto via come acqua fresca.
Ho pure acquistato – udite udite – le luminarie natalizie made in Ikea. Le ho usate per fare qualche foto ai Coinquilini Felini. Ma non le ho appese in giro per casa, dato che nessuna ventosa resiste alla furia di tre felini giocosi e irruenti.
Qualche giorno fa ho letto (non ricordo dove, in giro per il web) che a Natale ognuno di noi non desidera una cosa, ma una persona.
L’ho trovato un pensiero molto bello, che mi ha portato a riflettere su quest’ultimo anno, su quello che mi ha dato e quello che mi ha tolto.
Sono giunta alla conclusione che a Natale non vorrei una cosa o una persona.
Vorrei un sentimento.
Non che sia inaridita, ma da maggio a oggi sono successe talmente tante cose, che ormai ho quasi paura di ciò che provo, e ho perso fiducia nella mia capacità di giudizio. Vorrei poter tornare a sognare, a sperare, ad avere fiducia nel genere umano.
Tutto qui… (“ti pare poco?” urlò una vocina fuori campo…)
Quest’anno ho imparato a mie spese: che se ami la gente scappa; se la proteggi troppo ci rimetti tu; che le persone deboli buttano fango sugli altri per nascondere i propri errori; che le persone deboli parlano male degli altri perché non hanno una vita propria di cui occuparsi; che le persone deboli ed egoiste è meglio lasciarle andare per la loro strada (e impedirgli di attraversare la tua); che nessuno merita di essere ferito gratuitamente; che le persone belle vanno tenute strette; che la “tribu delle donne” è sempre bella e accogliente; che la porta di casa mia è sempre aperta (ma con riserva); che sono stanca di contare tutte le belle persone che escono tragicamente dalla mia vita; che mi sento bene quando mi rendo utile agli altri; che un pugno di riso può cambiarti la vita (e i fianchi); che la sincerità è sempre la miglior scelta, e se a qualcuno può non andar bene, non è affar mio; che a 42 anni sono troppo vecchia per il mondo del lavoro; che a 42 anni sono troppo vecchia per passare le nottate a chattare (offrimi un bicchiere di vino instead); che a 42 anni non cambierei una virgola di me (neanche una singola ruga).
Ovviamente per questo Natale vorrei la pace nel mondo, un gatto in ogni casa, e che ognuno trovi il bandolo della matassa della propria esistenza…
Forse la mia ha iniziato a dipanarsi.
pis-en-lov evribodi
P.S. Il presente post vale anche come augurio di Buone Feste, così contribuirò a ridurre il traffico mail/sms di questi giorni ;)
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