La camera da pranzo di design
Ho ereditato (nonché fortissimamente voluto) la camera da pranzo dei miei genitori.
Sai quando qualcosa fa parte della tua vita da sempre, ci sei cresciuto, hai pensato che quella fosse la normalità, e a quarant’anni suonati ti rendi conto che non è mai stato così.
Un mobile a moduli quadrati, lacca nera e panna e cristalli grigi, 2,80 metri di pieni e vuoti essenziali.
Un tavolo di cristallo da 6 (ma ci abbiamo mangiato superando le 10 persone) con un piedistallo in acciaio e sedie in pelle nera (i guantoni da baseball, come le ho sempre chiamate).
Bianco, nero, grigio ed essenzialità di oltre 40 anni fa. Oggi verrebbe chiamato modernariato, io lo chiamo stile senza tempo.
E scoprire dopo 40 anni (appunto) l’origine di quelle scelte estetiche da parte dei miei genitori (il mobile preso da mio padre ad Ascoli Piceno all’insaputa di mia madre, e il tavolo fortissimamente voluto da quest’ultima, fino a quando non ebbero i soldi per poterselo permettere) e oggi mi rendo pienamente consapevole su chi ha contribuito con le sue scelte a formare il mio gusto estetico.
Completa(va) l’arredamento della sala da pranzo la lampada ad arco, rotta e buttata prima che io potessi avere coscienza dell’abominio commesso. Ripristinata grazie a un incontro fortuito sul web, mesi prima che potessi entrare in possesso dei mobili di cui sopra.
Tutto questo per dire che sono felice che una parte del mio passato faccia parte del mio presente e del mio stile.
Grazie papà, grazie mamma.
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