31 agosto /estate
“Dove vorresti essere ora?”
“Esattamente dove sono, ma a settembre.”
Questo è il riassunto di questa estate che volge (finalmente) al termine.
Un’estate con pochissimo mare (chi mi conosce sa…), senza viaggi (ma è la norma ormai), un’estate ferma alla finestra a guardare arrivi e partenze di amici, e le loro vorticose vite e dinamiche.
“Cosa hai fatto quest’estate?”
Sono stata con me. A casa.
Due mesi di lavori di ristrutturazione e decluttering, due mesi dove ho passato al setaccio la mia vita, togliendo il superfluo e tenendo solo le pietre preziose più grosse.
Quando, per motivare amici in fase di trasformazione, raccontavo che per far spazio al nuovo bisognava metter ordine e buttare via il vecchio (o almeno archiviarlo), non pensavo che la metafora funzionasse così bene nella realtà. Sistemare la propria casa per sistemare la propria vita. Il cuore. La testa.
E finalmente arriva settembre.
Mi trova più stanca, provata, un po’ più vuota, ricettiva, malinconicamente felice.
Pronta mettermi nuovamente alla prova, a inserire lo straordinario nell’ordinario (e vedere di nascosto l’effetto che fa).
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