I miei sintomi si manifestano con un’attrazione verso tutto ciò che è rotto, imperfetto, difettoso, screpolato. Mi interessano le forme imprecise, gli sbagli nei lavori creativi, i vicoli ciechi. Ciò che avrebbe dovuto svilupparsi ma per qualche motivo è rimasto incompiuto, oppure al contrario si è sviluppato troppo. Tutto quello che è fuori regola, troppo piccolo o troppo grande, sovradimensionato o incompleto, mostruoso e ripugnante […] Non mi interessavano gli avvenimenti ripetitivi sui quali si concentra la statistica, quelli che tutti celebrano con un sorriso complice di soddisfazione stampato sul viso. La mia sensibilità è teratologica, filomostruosa. Ho l’incessante e faticosa convinzione che proprio qui la vera esistenza si rompa in superficie e riveli la propria natura. — Olga Tokarczuk
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