09.10.2008
In
polemizzo, sono donna
sul futurismo (cose che non sapevo)
Manifesto del Futurismo
Le Figaro – 20 febbraio 1909
9. Noi vogliamo glorificare la guerra – sola igiene del mondo – il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore dei liberatori, le belle idee per cui si muore e il disprezzo della donna.
fonte wiki
… ecco con cosa si vuole sostituire FotoGrafia Festival a Roma…
Beata ignoranza: era meglio che non avessi approfondito l’argomento…
Ted
09.10.2008 at 17:27Non sono al corrente della polemica, ma
bastet
09.10.2008 at 17:33la polemica tocca tutt’altri argomenti..
ma non avevo mai approfondito la lettura del manifesto futurista, e da buona femminuccia pacifista, quell’affermazione mi ha turbata ed infastidita…
penso sia più che lecito :)
Ted
09.10.2008 at 17:55Quello che volevo dire prima di salvare un post scritto a metà era più o meno:
“Non confondere la provocazione artistica dei futuristi con la provocazione politica di chi sceglie una manifestazione piuttosto che un altra”
Adesso ti dico che certo, hai tutto il diritto di turbarti e infastidirti. Considera solo che turbare e infastidire era proprio quello che i futuristi volevano. Se vinci il rigetto iniziale sono pronto a dilungarmi per ore sul futurismo e su quanto fosse geniale.
Shakib
09.10.2008 at 20:53La decisione di chiudere “FotoGrafia Festival” per celebrare i futuristi ha ragioni puramente politiche ed è la milionesima prova che questo paese sta sprofondando nel buio. Che tristezzaà…
Fish
13.10.2008 at 14:40Non entro nella polemica Futuristi sì – FotoGrafia Festival no. Per quel che mi riguarda non esiste una cultura di serie A e una (o più) di B: ogni oscuramento è deprecabile e insopportabile. Tuttavia sul Futurismo qualcosa da dire l’avrei. Gli è che, fondamentalmente, i futuristi mi sono simpatici. Ridurli al solo slogan “inneggiamo alla guerra come alla sola igiene del mondo” mi sembra per l’appunto riduttivo. Quanto poi alla considerazione delle donne, be’,vorrei vedere… al di là delle parole e dell’atteggiamento machista sono quanto meno scettico.
Dal Manifesto del Teatro Futurista Sintetico:
“Noi creiamo un Teatro futurista Sintetico cioè brevissimo. Stringere in pochi minuti, in poche parole e in pochi gesti innumerevoli situazioni, sensibilità , idee, sensazioni, fatti e simboli. Gli scrittori che vollero rinnovare il teatro (Ibsen, Maeterlinck, Andrejeff, Paul Claudel, Bernard Shaw) non pensarono mai di giungere a una vera sintesi, liberandosi dalla tecnica che implica prolissità , analisi meticolosa, lungaggine preparatoria. Davanti alle opere di questi autori, il pubblico é nell’atteggiamento ributtante di un crocchio di sfaccendati che sorseggiano la loro angoscia e la loro pietà spiando la lentissima agonia di un cavallo caduto sul selciato.”
bastet
13.10.2008 at 18:19ma io non ce l’ho con i Futuristi… ho solo scoperto cose che non sapevo sul futurismo (come recita il titolo del post)…
mi mette solo un po’ di amarezza… la quale, purtroppo, si somma a ben altra amarezza…
zuppa
21.10.2008 at 19:59vedo il post, i commenti e seppure in ritardo, anch’io commento.
Cose che V. non sapeva sul futurismo: erano proprio così, interventisti (tanto che molti artisti morirono nella I guerra mondiale), guerrafondai e conniventi con il regime fascista.
Altre cose: il manifesto del Futurismo venne stilato nel 1909, proponendosi come prima vera avanguardia artistica del 900, decisa a rompere ogni schema, lanciarsi verso il futuro di corsa e soprattutto, come nei commenti si testimonia, cercando di intervenire su ogni aspetto artistico (dalla pittura alla gastronomia).
Il problema è cosa sia diventato il movimento negli anni a venire, ossia quando il regime fascista ha preso il potere e molti artisti che avevano firmato il manifesto hanno lasciato il movimento: una sorta di grottesco megafono per la propaganda di regime nelle sole mani di Marinetti e di pochi altri esaltati. E pensare che all’inizio della loro storia, fino più o meno al 1915, avevano rapporti e influenze anche con il Costruttivismo russo, con Majakovski, e poi con i Surrealisti e i Dada.
Il prossimo anno ricorrerà il centenario del Primo Manifesto Futurista e tutta l’Italia si prodigherà in celebrazioni per l’avanguardia artistica più importante che il nostro paese abbia generato (e questo di per sé, una volta tanto, è un bene): ovviamente il comune di Roma lo cavalcherà al meglio e purtroppo mi immagino che ne metterà bene in risalto il lato propagandistico.
Un peccato davvero.
(Ma poi siamo sicuri che la sostituzione del Festival con il Futurismo non fosse già stata decisa dalla giunta Veltroni? Non mi sorprenderebbe…)
PS. scusate la lunghezza e, forse, la spocchia.