Un gioco virale controproducente
Ogni volta che non accedo a Facebook per più di due giorni, scopro sempre nuove e strane dinamiche al mio rientro.
La mia casella di posta è invasa da moltissimi messaggi, ricevuti da molte amiche o semplici conoscenti sul social network, che invitano a cambiare il proprio stato di FB per il mese della prevenzione contro il tumore al seno.
Stamane ho avuto sensazioni contrastanti:
da una parte sono stata felice di vedere tanta attenzione da parte delle donne di tutte le età a questo tema; dall’altra, a parte il fastidioso spam e la ridondanza del messaggio, mi chiedo che tipo di comunicazione sia mai questa.
Invece di dare un’informazione chiara ed esaustiva sull’argomento, oltremodo delicato, si creano giochi virali criptici e soprattutto potenzialmente dannosi all’immagine.
L’anno scorso il gioco consisteva nel postare sul proprio stato il colore del reggiseno indossato (io ho evitato di farlo perché indosso solo biancheria nera), facendo impazzire gli uomini, ignari del gioco, nel cercare di capire perché tutte parlassero di colori contemporaneamente.
Quaest’anno il gioco è di scrivere “mi piace…” più un luogo fisico della casa.
Ma siamo matti?
Io sul mio profilo, che utilizzo anche per lavoro, dovrei scrivere “mi piace sul letto” o “mi piace sulla maniglia della porta” e aspettarmi che NESSUNO mi faccia una battuta a doppio senso?
Vorrei veramente capire da chi è venuta fuori questa idea…
Qualcuno che non conosce minimamente la rete e tutte le dinamiche perverse che una superficialità simile può scatenare.
Io sono per la comunicazione tradizionale: semplice, chiara, diretta ed esaustiva.
Soprattutto quando si trattano argomenti in cui c’è ancora pudore, ignoranza e dove c’è bisogno di sensibilizzare…
Perché se sono interessata all’argomento non devo perder tempo a scervellarmi dietro un messaggio a doppio senso, ma devo ricevere informazioni chiare e precise su come fare LA prevenzione.
Sarò troppo rigida, o all’antica, ma considero questo “gioco” un modo per cavalcare una tendenza, per far numeri e far parlare di sè (come richiesto anche nella mail-spam ricevuta) e non per sensibilizzare realmente le donne.
Se poi qualcuno mi dimostrerà l’effettivo successo di quest’azione virale, ne potremmo riparlare…
Campagna Nazionale Nastro Rosa per la prevenzione del tumore al seno.
www.nastrorosa.it
Luciano Gollini
14.10.2010 at 12:01FB è LA discriminante dell’intelligenza…
marta
14.10.2010 at 15:12devi essere una di quelle persone di una noia mortale, appiccicate agli schemi e soprattutto ai giudizi altrui. E poi…ma come usi FB per lavoro???
lisa
15.11.2010 at 01:12@ Marta. ebbene sì: c’è chi usa fb non per raccontare al mondo cos’ha mangiato a colazione o per distrarsi dal lavoro, ma per fare qualcosa di produttivo, come cercare nuovi contatti, mantenere quelli vecchi, etc.
dev’esser certo divertente pubblicare in bacheca frasi come “mi piace sulla lavatrice”, ridacchiando sotto i baffi perché tutti penseranno a qualcosa di malizioso, anziché alla prevenzione dei tumori.
in fondo, purtroppo, credo che molte donne spenderebbero meno volentieri una parola sulla questione cancro se la comunicazione dovesse passare per una via meno pruriginosa.
valentina cinelli
14.10.2010 at 16:22hai ragione marta, devo essere decisamente di una noia mortale :)
Eleonora
19.10.2010 at 22:03io invece condivido in pieno!
l’ho scritto anch’io sulla mia bacheca di fb!
cosa serve fare un gioco del genere, con tanto di allusione sessuale, con la lotta al tumore al seno?!!!
niente! se non me lo spiegavano, io non ci arrivavo!
meglio mettere direttamente un link ai siti del nastro rosa e della lega per la lotta contro i tumori, altro che “a me piace qui, così, lì”!