… poi lo cerco su google
Stamane sfogliavo una rivista (ebbene sì, Wired). Ormai ogni articolo che leggo, da qualsiasi rivista o quotidiano, mi porta sempre a bookmarkare mentalmente l’argomento per poi farne una mia ricerca personale su internet.
Mi piace molto osservare anche le pagine pubblicitarie (deformazione professionale), a confrontarne stili e linee guida, nonché la declinazione sul formato cartaceo.
Poco fa mi sono soffermata sulla pagina di un profumo, che anni fa usavo regalare a una persona a me cara, e nonostante i miei sforzi (e a causa della mia memoria fallace) non sono riuscita a ricordarmi la fragranza.
E in quel momento mi è venuto naturale pensare:
” poi lo cerco su google! ” O_o
Ormai tutte le informazioni necessarie a soddisfare la mia curiosità sono lì, disponibili sul web. Ma l’abitudine di avere tutto a portata di un click non mi ha fatto rendere conto che non tutte le esperienze sono condivisibili sulla rete, che certe informazioni fisiche non potranno mai (almeno per ora) essere replicate e distribuite attraverso internet.
E la cosa che mi ha colpito di più non è stata l’impossibilità di trovare la fragranza del profumo su google, ma il mio iter mentale che ormai dà per scontata la reperibilità di qualsiasi informazione con un click.
Superficialità , alienazione o semplice abitudine?
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