C’è posta per me
Che cosa strana aprire la cassetta della posta ai giorni d’oggi.
A parte le promozioni dei supermercati di zona, che si danno battaglia a colpi di ribassi, i biglietti della Folletto o della Tecnocasa, le offerte di lavoro fotocopiate per badanti, dog-sitter e giardinieri, qualche volantino elettorale e il canone rai… di solito non ricevo molta posta.
Nell’era di internet mi sembra così strano aprire ancora buste di carta, che non siano comunicazioni di banca o fatture (ma anche quelo viaggiano all’80% via internet).
Eppure oggi mi è arrivata una busta, nominativa, indirizzata a me (quindi non “spam” cartaceo).
La prendo al volo, osservo il mio nome stampato con una stampante ad aghi (ne esistono ancora?), il riquadro con “Tassa Pagata / Posta Prioritaria” (e chi c’ha tutta questa fretta?), l’assenza di loghi o personalizzazioni grafiche (nessuna agenzia con cui ho collaborato o promozioni della Adobe e affini)… rimango perplessa.
Mentre salgo le scale mi decido a girarla e…
… getto un grido!
E’ uno scherzo? Ma si… è di sicuro uno scherzo… Tutti sanno come la penso, e non ne faccio neanche mistero.
Poi per anni ho combattutto contro le ditte che prendevano senza permesso i dati personali di mio padre e ci spedivano materiale promozionale, ravvivando il dolore ed provocando fastidio, soprattutto dopo 7 anni dalla sua scomparsa.
Addirittura nel 2002, il mittente della mia missiva, spedì a mio padre il suo libro (di cui non ricordo neanche il titolo, dato che finì immediatamente ed ecologicamente nella campana della carta). Forse mio padre l’avrebbe letto più per curiosità che per interesse, peccato se ne era già andato da un anno.
All’epoca ebbi la soddisfazione di scrivere al Responsabile del trattamento dei dati del suo partito, ed insultarlo perché utilizzò il nominativo di una persona deceduta.
Ma torniamo a noi…
Ho avuto il coraggio di aprire la missiva: il timore che fosse un attacco all’antrace per eliminare una libera professionista di sinistra era forte…
A parte alcune considerazioni grafiche sull’impaginazione del flyer (l’uso di un Times New Roman, bold, 14pt, condensato, avrebbe fatto schifo anche a Gino Times in persona), e dei luoghi comuni snocciolati nella lettera d’accompagno (non che la sinistra sappia dire qualcosa di diverso) la cosa che mi da più fastidio è che:
- oltre essere presente nelle sue liste (a breve lettera di rimozione da qualsiasi presunta lista per l’invio di materiali di “propaganda”);
- oltre l’essere trattata come persona priva di senso critico…
- la cosa che mi infastidisce di più è che mi ha dato del TU!
… ma come ti permetti!
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