Storie vere e improbabili
L’uomo l’aspettava nel buio. Aveva rotto la lampadina lanciando un sasso. O almeno così aveva detto la polizia. Poi. Comunque era quasi buio e Giusi si era subito sentita in agitazione, come se lo sentisse. Lui l’aveva presa da dietro puntandole il coltello alla gola. Poi l’aveva costretta a sdraiarsi per terra, a girarsi, e le si era sdraiato sopra. E mentre le teneva il coltello sulla gola con l’altra mano le strappava la gonna e gli slip e se lo stava tirando fuori.
Allora lei gli dice (chissà come c’è riuscita!): “Qui sono un po’ scomoda, andiamo in casa mia che sul letto è meglio!”
E lui ha risposto: “Va bene.”
Ha rimesso dentro il suo coso, lei si è girata e ha iniziato a salire i due piani a piedi. Lui dietro. E’ arrivata davanti alla sua porta e con il cuore in gola ha tirato fuori le chiavi. Lui è dietro di lei. Ansima. Le chiavi, riesce a infilarle al primo colpo. “La mano non mi deve tremare, la mano non mi deve tremare.”
Apre, entra, si gira verso di lui, sa che a questo punto deve farlo entrare. Poi si vedrà . Si vedrà cosa?
Buio.
“Entra.”
Si gira, lo guarda.
Di lui vede solo un pezzo di schiena, se ne sta scappando.
Ha avuto più paura di lei.
Jacopo Fo
Giornata contro la violenza sulle donne.
CaRaffa
28.11.2009 at 01:05Salve! Girando per il web sono arrivata fin qui e ho letto questo post. E’ un brano di un libro di Fo? Sapresti dirmi quale? Già da queste poche righe ha catturato la mia attenzione…grazie!
bastet
28.11.2009 at 10:45purtroppo non so dirti da dove proviene.
mi fu mandato qualche tempo fa via mail da una cara amica, posso provare a chiederlo a lei…
ciao