Brindo a te, Sole
Brindo a te, Sole.
Alle case lasciate in disordine, ai capelli spettinati, ai gatti sonnolenti, agli amanti passati, ai desideri nascosti e alla notte in arrivo.
Brindo a te, Sole.
Alle case lasciate in disordine, ai capelli spettinati, ai gatti sonnolenti, agli amanti passati, ai desideri nascosti e alla notte in arrivo.
Ora che sono andati via tutti vorrei che tu fossi qui.
Sazia di vino e di risate, con il cuore gonfio di gioia, qui, seduta nella mia rocca solitaria, vorrei averti accanto.
Per godere di questa notte luminosa, dei suoi silenzi assordanti, dei suoi spazi vuoti pieni di vita.
E ti vorrei qui vicino a me, non perché mi sento sola o ho bisogno di te.
Ti vorrei qui perché sto bene.
E vorrei che anche tu godessi con me di questo momento perfetto.
Chiamala se vuoi condivisione.
Io la chiamo privilegio.
Così come un bel disegno è spesso un sapiente equilibrio di pieni e di vuoti, così è anche la felicità. O almeno le somiglia molto.#bastet47
— Valentina Cinelli (@bastet) May 27, 2018
Saper mettere e saper togliere. Dosare le energie, il tempo, le presenze e le assenze.
Questo mi ha insegnato il compleanno di quest’anno.
E che l’estate abbia inizio.
Lo so, a maggio, giugno e luglio divento monotona.
I tramonti sembrano tutti uguali, ma vi garantisco che non è così.
Lo so, a maggio, giugno e luglio divento monotona. I tramonti sembrano tutti uguali, ma vi garantisco che non è così.
Tramonti romani 23.05.2018#tramontiromani #romansunset #tramonto #sunset #sunsetinthecity #sunsetinrome #roma #rome #quartomiglio https://t.co/aAaF4B4eq1 pic.twitter.com/eY3V5W4vGO
— Valentina Cinelli (@bastet) May 25, 2018
Dal 23 al 29 aprile 2018 torna la #MuseumWeek giunta alla sua quinta edizione.
Durante la settimana, i musei più attivi su Twitter danno rilievo a livello internazionale alle proprie collezioni e attività, per avvicinare il proprio pubblico e creare sinergie con le più importanti istituzioni museali.
L’Associazione Culturale Sampietrino anche quest’anno si è messa in gioco e partecipa all’edizione 2018 con l’intento di promuovere e far conoscere nel mondo l’idea di “museo diffuso” che la pavimentazione tipica della Capitale consente di avere.
L’ecomuseo o museo diffuso interviene nel territorio di una comunità, nella sua trasformazione e identità storica, proponendo “come oggetti del museo” non solo gli oggetti della vita quotidiana ma anche i paesaggi, l’architettura, il saper fare, le testimonianze orali della tradizione, ecc. Chi meglio del selciato romano e del rapporto quotidiano con i suoi fruitori (abitanti, turisti e chiunque transiti sopra le sue strade) può descrivere l’evoluzione storica e culturale di una città?
Per questo l’invito a partecipare è esteso a chiunque voglia condividere un tassello della sua esperienza!
Un museo diffuso con curatori diffusi!
Inizia oggi la #MuseumWeek 2018 dedicata ai valori del vivere insieme, della cittadinanza e della tolleranza. @Sampietrino ti invita a partecipare condividendo la tua esperienza con i #sampietrini e la città di Roma! Un museo diffuso con curatori diffusi! Taggaci sulle tue foto!
— sampietrino (@sampietrino) April 23, 2018
Il calendario della settimana con l’elenco dei temi e degli hashtag corrispondenti.
Lunedì 23 aprile 2018 #womenMW
Martedì 24 aprile 2018 #cityMW
Mercoledì 25 aprile 2018 #heritageMW
Giovedì 26 aprile 2018 #professionsMW
Venerdì 27 aprile 2018 #kidsMW
Sabato 28 aprile 2018 #natureMW
Domenica 29 aprile 2018 #differenceMW
Per maggiori informazioni #MuseumWeek
Una selezione delle foto delle 7 giornate.
Esce oggi, l’8 marzo Giornata Internazionale della Donna, il libro che raccoglie una parte delle testimonianze pubblicate in rete con l’hashtag #quellavoltache, ideato dalla scrittrice Giulia Blasi e promosso in collaborazione con Gaypost.it e Pasionaria.it. Lanciato il 12 ottobre 2017, #quellavoltache precede di tre giorni il recupero della campagna #metoo da parte dell’attrice Alyssa Milano, e s’inserisce in un movimento globale che porta donne e uomini di tutto il mondo a parlare apertamente di molestie e violenze.
#quellavoltache – Storie di molestie è un libro antologico di questa esperienza: 285 testimonianze, scelte fra le moltissime arrivate nei giorni in cui l’hashtag era più attivo. Storie di ogni tipo, provenienti da persone che appartengono agli ambienti più disparati: in Italia la conversazione è partita dal basso, non da casi interni al mondo dello spettacolo ma dal desiderio di condivisione e dall’orgoglio delle persone comuni. Perché la molestia è un fenomeno endemico alla nostra società, è accaduta in qualche forma a tutte, è talmente normalizzata che molte donne stentano a riconoscerla come tale.
Il libro parla con la crudezza di testimonianze che spesso lasciano senza fiato, che raccontano rabbia, sofferenza, ma anche desiderio di liberarsi dalla vergogna. Chi ha parlato, in molti casi non l’aveva mai fatto prima. Non ci sono filtri, non ci sono commenti: solo le voci di chi ha condiviso il suo racconto.
#quellavoltache – Storie di molestie sarà disponibile in tutte le librerie e acquistabile in formato cartaceo o e-book su www.manifestolibri.it. I proventi della vendita saranno devoluti alla Casa Internazionale delle Donne di Roma, istituzione storica del femminismo capitolino attualmente minacciata di sfratto dal Comune.
#quellavoltache – Storie di molestie
Collana: INbreve
Formato: 11×18
ISBN: 9-788872-859094
pp. 111, € 8,00
Scheda
Il 10 ottobre 2017 l’attrice Asia Argento rivela di essere stata stuprata nel 1997 da Harvey Weinstein, produttore di Hollywood, già accusato da più donne di molestie seriali. Il 12 ottobre viene lanciato l’hashtag #quellavoltache, ripreso dai due siti di informazione Gaypost.it e Pasionaria.it, che si mettono a disposizione per raccogliere le testimonianze delle donne italiane che hanno subito molestie. #quellavoltache rimane attivo per due settimane.
Successivamente, il 15 ottobre, parte dagli Stati Uniti la denuncia sotto il già collaudato hashtag #metoo, creato nel 2007 dall’attivista Tarana Burke. Una rilevazione fatta a una settimana dall’avvio dell’hashtag italiano segnala più di 20mila occorrenze, ma il dato è incompleto; le testimonianze sono molte di più: #quellavoltache è dilagato ovunque. L’età prevalente in cui sono avvenuti gli episodi testimoniati risulta molto bassa ma i racconti sono arrivati per lo più da donne adulte che hanno riferito episodi di molestia avvenuti nel lontano passato. Le minorenni di oggi sono totalmente escluse da questa rilevazione. Fra le migliaia di testimonianze ricevute ne sono state selezionate oltre 700; di queste, su circa 250 hanno ottenuto l’autorizzazione alla pubblicazione. Ringraziamo le donne per aver condiviso le loro storie.
Nel libro ci sono anch’io.
Dopo anni tornano le crisi d’identità…
Ecco una nuova versione di me :)
Celebrate the 300th episode of “Family Guy” by creating your very own character!
Tune in this Sunday 1/14 at 8/9c on FOX.
Ritrovo immagini di una vita fa.
Foto scattate da me, di cui non ricordavo neanche l’esistenza. Foto di 10 anni fa, che ho scartato perché non le trovavo abbastanza interessanti e che oggi acquistano vita nuova e nuova importanza.
Doppie esposizioni confuse ma piene di dettagli, posti, eventi e persone che ho frequentato e che si sovrappongono e si fondono come in un sogno, un ricordo lontano, complice la grana della pellicola come collante.
Mi sento come una Vivian Maier* ritrovata: ma al contrario dell’enigmatica tata, a trovare i negativi nascosti sono stata io stessa.
Quelle come me sono quelle che, nell’autunno della tua vita, rimpiangerai per tutto ciò che avrebbero potuto darti e che tu non hai voluto.
– Alda Merini
Grazie Alda, per tutta la bellezza che ci hai lasciato.
Chi l’avrebbe mai detto che dopo anni di misantropia, la mia più grande fonte di gioia sarebbe diventata quella di accogliere in casa.
Ospitare vecchi amici, entrare in contatto con gente nuova, far incontrare mondi, alimentare insperate alchimie.
Invitare qualcuno alla nostra tavola, vuol dire incaricarsi della sua felicità durante le ore che egli passa sotto il nostro tetto.
[Convier quelqu’un, c’est se charger de son bonheur pendant tout le temps qu’il est sous notre toit].
– Anthelme Brillat-Savarin, Fisiologia del gusto, 1825
#quellavoltache è un progetto narrativo estemporaneo per raccontare le volte in cui siamo state molestate, aggredite, ma anche le volte in cui ci siamo sentite in pericolo e non sapevamo bene perché, e ci davamo delle cretine per esserci messe in quella situazione. Perché il patriarcato che non ti crede è lo stesso che cerca di colpevolizzarti per quello che ti infligge.
Avete qualcosa da raccontare? Usate #quellavoltache su Twitter, Facebook, Instagram, il vostro blog, Medium, dove vi pare. Dite a tutti come vi siete sentite, cosa avete pensato, perché non avete parlato, e se avete parlato, cosa è successo poi.
La mia fortuna è sempre stata quella di essere una persona estremamente riservata, diffidente, sempre sulla difensiva. Alle battute sessiste sul posto di lavoro rispondevo sempre a tono, suscitando ilarità ma soprattutto rispetto da parte dei colleghi maschi (i quali, alla fine, mi consideravano un maschiaccio al pari loro).
Dal sessismo, alle molestie e al mobbing il passo è breve. E almeno per tre volte ho lasciato il posto di lavoro, pagandone personalmente le conseguenze, per non subire più determinate situazioni.
Ma quella volta che lavoravo ancora in agenzia me la ricordo bene. Come clienti avevamo grandi aziende e multinazionali, uomini in giacca e cravatta che si aggiravano nell’openspace dei creativi e per i quali dovevamo nutrire un sacro rispetto. Spesso volgari, invadenti, elementi di disturbo nelle giornate già piene di impegni e di stress di noi creativi.
È successo 20 anni fa (avevo 26 anni), e all’epoca non capivo perché uno dei miei capi assegnava sempre a me i lavori di quel cliente importante: alto, calvo, sempre sudato e viscido fino alla punta della sua cravatta. Passava ore seduto accanto alla mia postazione per correggere le più insignificanti virgole, fra gli sguardi preoccupati di colleghi e colleghe. Poi gli incontri in sala riunioni, per parlare del nulla, finché in sala riunioni non ci siamo finiti soli io e lui.
– Ma dammi del tu.
– … come le stavo dicendo Dott. N…
– Va bene, ma dammi del tu!
– … in questo schema può vedere…
– Ma lo sai che hai una treccina proprio bella?
– Qui abbiamo finito, arrivederci Dott. N.
Poi quella volta che in sala riunioni c’erano tutti i vertici e sono dovuta entrare per una comunicazione urgente al mio capo. Appena lui mi vide entrare dalla porta esclamò:
– … ah! quella treccina! che cosa ci farei!
Fra lo sgomento di tutti i partecipanti.
Anni dopo sono venuta a conoscenza che era prassi comune, di uno dei soci dell’agenzia, dare in pasto ai clienti segretarie compiacenti: cene e dopo-cena offerti per assicurarsi la fedeltà di clienti e fornitori.
Ora ho la consapevolezza che i miei aculei mi hanno salvata da una situazione estremamente sgradita, ma anche la cocente umiliazione di non esser mai stata considerata una professionista ma solo carne appetibile da macello.
Grazie a Giulia per l’hashtag #quellavoltache.
Lettura consigliata: Dovremmo essere tutti dalla parte di Asia Argento