Copper statue of the cat goddess Bastet. Eighth to fourth centuries B.C. PHOTOGRAPH BY MARY EVANS/SCALA, FLORENCE

Questo sito è un laboratorio creativo, blog, diario visivo, ecc. a cura di Valentina Cinelli.

Per maggiori informazioni, curriculum e veste professionale visita il sito ufficiale valentinacinelli.it

 

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Weblog

Social Media per il Food&Wine – Corso Journey

È in partenza Social Media per il Food&Wine, il nuovo Corso Journey dedicato alla comunicazione dell’enogastronomia.
Il corso utilizza i principi dello Storytelling e del Social Media Marketing presentando strategie, metodi, strumenti e casi reali, con l’obiettivo è quello di rendere il proprio locale/ristorante/foodblog più visibile online e, quindi, più interessante e competitivo.

5, 6, 12, 13 giugno 2017 – ore 15.00 / 18.30
Fooditaly – P.za Mancini, 2 / Via Calderini, 66 – Roma

Dettagli e informazioni

 

 

ISS / April 12, 2017 / Rome, Italy

Nuovo passaggio della Stazione Spaziale Internazionale su Roma, con la congiunzione con Giove a Est.

April 12, 2017 – 20:18:44 10° NO / 20:25:01 10° E
Timelapse & Startrail
Nikon D5000

 

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ISS / April 9, 2017 / Rome, Italy

Passaggio della Stazione Spaziale Internazionale su Roma.

April 9, 2017 – 21:47:54 10° NO / 21:50:26 45° NNO
Timelapse & Startrail
Nikon D5000

 

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Perché le cipolle fanno piangere

Il 5° giorno creò il gusto.
Dopo aver creato la luce e i colori per deliziare la vista, il canto degli uccelli e il rumore del mare per l’udito, finalmente era giunta l’ora del gusto.

Tutti gli esseri viventi e non, freschi di creazione, si misero in fila indiana in attesa dell’assegnazione del sapore corrispondente.
C’erano gli animali, dal più grosso al più piccolo, in una fila molto rumorosa e sconclusionata.
Una seconda fila era formata da tutti i minerali: tanti piccoli sassolini di forme e colori diversi, si muovevano impercettibilmente e in assoluto silenzio.
Una terza fila era composta da tutti i vegetali: alberi, fiori, radici, frutta e verdure, un frusciante tripudio di colori e di freschezza.

Appena arrivati al cospetto del Creatore, ogni essere vivente si inginocchiava, nella trepidante attesa dell’assegnazione del proprio sapore. Con quale criterio fosse scelto l’abbinamento non c’è dato di saperlo, ma sappiamo che in alcuni casi il tutto è stato fatto con un gran senso dell’umorismo (vedi l’ornitorinco).

– Peperoncino, che bel rosso vivace che indossi: ricordi lingue di fuoco, con la loro forza distruttiva e benefica. Il tuo sapore sarà altrettanto dirompente!

– Arancia, tonda e succosa, come un tramonto estivo sul mare: il tuo sapore sarà dolce e morbido, ma con una punta di asprezza per non cadere addormentati all’avvicinarsi della notte.

Il tutto si svolgeva in un clima festoso, fra gridolini di gioia, congratulazioni reciproche e la ridistribuzione dei ruoli nella piramide alimentare.

Qualcuno invece non era contento. In fila per ore e ore, semi immobile fra tanti simili, con il caldo che aumentava sempre di più, la cipolla smaniava.

– Non ce la faccio più ad aspettare, uffa, perché non vi muovete?

Gli ortaggi e la frutta vicino a lei la guardarono, alzando gli occhi al cielo.

– Perché fai così, cara cipolla? Oggi è un giorno festoso e di sapori ce ne è per tutti, perché vuoi rovinarlo con la fretta di arrivare?

– Zitta tu melanzana! Sto morendo di caldo e ho già tolto 4 dei miei strati. E poi con questo culone che ti ritrovi non mi fai vedere niente!

Tutti risero. Solo i minerali non colsero al volo il sarcasmo e l’assurdità del comportamento della cipolla.
Nel mentre, le tre file avanzavano lentamente, fra barriti, grugniti e fruscii di foglie.

La cipolla, sempre più impaziente ebbe un’idea.

– Guardate là! La mia famiglia. O com’è lontana da me. Guardate c’è la cipolla Rossa di Tropea, la Tonda di Milano, la Verdina di Firenze e la Rossa Piatta di Bassano. Me tapina! Com’è possibile che io sia separata dai miei simili? Ricacciata indietro in questa fila, messa in ombra, isolata?

Calò il silenzio. Tutti rimasero ad ascoltare il suo monotono lamento.
Conscia di aver attirato l’attenzione su di sé, la bulbosa ci mise il carico:

– Senza la mia famiglia sono persa! Che ne sarà di me! Che sapore mi verrà dato lontana da loro? Mi riconosceranno ancora, una volta ricongiunte?

Tutti gli ortaggi si commossero e iniziarono a piangere. La fila delle verdure si apri in due permettendo alla cipolla di avanzare velocemente. Al suo passaggio gli altri esseri viventi la toccavano, sfogliandola dei suoi strati e piangendo per la triste storia che avevano appena udito.

Alla cipolla non sembrava vero. Rotolando sempre più velocemente arrivò al cospetto del Creatore, il quale, invece di piangere la osservava con una nota di disappunto.

– Cipolla, cosa devo fare con te?

La bulbosa arrossì, passando dal bianco, al dorato fino al viola intenso.

– Sei stata furba con la tua storia, e anche brava. Ambiziosa e arrogante quanto basta. Il sapore che ti assegno sarà arrogante come te. Ma da sola non potrai mai essere mangiata, sarai sempre insieme, anzi “dietro” agli altri sapori. Farò in modo che tutti si ricordino di te per il tuo odore forte, e ogni volta che entreranno in contatto con i tuoi strati nessuno sarà in grado di trattenere le lacrime. Ora vai per la tua strada, e lascia il posto all’aglio, dietro di te.

– Wow! Grazie! Ho un sapore! Ho finalmente un sapore!!! Ma, Illustrissimo, se posso chiedere… cos’è l’odore?

E il Creatore sospirando.
– Ve lo spiego domani.

 

Image by Shutterbug75 from Pixabay

So chi sei (ode a Vivian)

Eri sola, sofferente, chiusa.
Sapevi di avere qualcosa dentro, un tuo mondo, un tuo linguaggio, ma non avevi voglia di esprimerlo.
Eri stufa di non riuscire a comunicare, di vedere gli sguardi perplessi dei tuoi interlocutori, di sentirti dire di essere strana, di sentirti esclusa, sottovalutata.

Eppure avevi tanto da dire, eri solo complessa, diversa. Lo sapevi, e l’hai capito catturando la tua immagine riflessa, fra le vetrine lucide e i giochi di specchi. Hai riconosciuto il tuo posto nel mondo, un’osservatrice discreta che si fonde con l’ambiente pur restandone staccata.

Chiusa verso la gente e aperta verso il mondo, so cosa cercavi con lo sguardo quando uscivi di casa.
I dettagli ti affascinavano, il tempo congelato in uno scatto, una sola sillaba di un intero discorso, quell’accento che racchiudeva in sé il significato di un’intera giornata.
Amavi i dettagli perché ti permettevano di sfuggire dalla complessità del tutto: non ti serviva ascoltare l’intera partitura, per te una nota era più che sufficiente.

Il mondo lì fuori è pieno di gente, di vita, di emozioni situazioni. E tu amavi osservare.
Scrutare i volti, le espressioni, i gesti che ti fanno comprendere molto più della persona che hai davanti, di quanto essa riesca a capire di sé.
Tanti fotogrammi, come tasselli di un puzzle, che ti riconnettono con il mondo, ti ci fanno nuovamente sentire parte.

Non ti senti più esclusa, perché osservi, ascolti, comprendi: fai parte del tutto, restandotene volontariamente ai margini.

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Orti Urbani in vendita (sul web)

Ogni tanto è necessario staccarsi dai propri progetti, lasciarli andare e camminare con le proprie gambe.

È già successo con TeaExperiment, ceduto al talentoso Christian Nicita (che vi invito a seguire con l’acquolina in bocca). Oggi – dopo la stimolante collaborazione con Antonella Alessandrini – è il turno di Orti Urbani.
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La principessa che non doveva essere salvata

Avevo 6 o 7 anni quando, passando in macchina davanti a un cinema, insieme a mio fratello iniziammo a chiedere a nostro padre di andare a vedere il film con quello strano nome inglese. Non ricordo il motivo per cui fummo così insistenti, ma alla fine nostro padre capitolò e ci portò a vedere “Guerre Stellari“.
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Mio padre mi ha fatto il più bel regalo che qualcuno poteva fare a un’altra persona: ha creduto in me.
~ Jim Valvano
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